Chi ha partecipato alla FNSA 2002, ha avuto l’occasione di vedere (e sentire) qualcosa di particolare… la replica softair della Minigun Vulcan ! Penso che molti ne abbiano sentito parlare, fin dai tempi del breve articolo nei primi numeri di Soft Air Adventures, e tanti sono rimasti affascinati (come me) dall'idea di possedere una di queste meraviglie, che rappresentano un mito per il popolo del Soft Air. Alla fine, dopo estenuanti ricerche, sono venuto in possesso di ben 2 esemplari !
Come avevo preannunciato sul forum di www.airsoftnews.it,le ho portate alla FNSA ed ho dato dimostrazione del loro potenziale di fuoco, sparando nel poligono allestito ed offerto dai Predatori (!) di Modena, che voglio ringraziare per la loro gentilezza (e per la membership onoraria).
Le due repliche, una a canne lunghe ed una a canne corte, sono rimaste esposte per il pomeriggio del sabato nello stand riservato alle armi Custom. Pur essendo in penombra, hanno riscosso un notevole interesse e suscitato varie domande sulle caratteristiche e sul funzionamento.
Visto l’interesse per queste fantastiche riproduzioni e notato come ci fosse una discreta disinformazione sul funzionamento e sui loro dettagli costruttivi, ho deciso di scrivere una "recensione" in cui sfatare un po' di leggende, per cui vediamo insieme un po’ di dati reali:
Innanzitutto, sono due esemplari prodotti dalla Toy-Tec, ditta orientale che ne ha prodotto solo un numero limitato di esemplari per tutto il mondo, quindi non sono una mia realizzazione od una mia versione custom. Toy-Tec ne ha fatto due versioni: una a canne corte ed una a canne lunghe… a parte questo particolare sono identiche: interamente in solido metallo a parte il joystick con il doppio grilletto, che e' realizzato in materiale plastico, ma estremamente duro. L'aspetto generale dell'arma e' notevole, come pure il suo peso, che si aggira sui 20 Kg. Sicuramente non e' la solita replica Marui... al punto che i costi di produzione hanno costretto i giapponesi a tenere il prezzo al pubblico sull'intorno dei 7,5 milioni di lire ad esemplare. Bisogna dire che attualmente sono quasi introvabili nel mondo, ed in Italia ne sono state importate solo pochissimi esemplari (probabilmente meno di 5), per cui il loro prezzo in realta' puo' salire parecchio.... al punto che anche su Internet si trovano offerte per qualche modello non sparante, comunque a prezzi esorbitanti, tipo 4000-6000$.
Ecco una foto che ritrae le mie due "bambine" (quando avevo chiesto alla direzione della FNSA se potevo portare anche le mie 2 bambine, loro hano equivocato e mi hanno risposto che c'era anche un parco giochi per i piu' piccoli, con tanti bambini... ed io, a quel punto, mi sono sentito in dovere di chiarire in che cosa consistevano le "bambine" e che forse la zona bambini non era proprio il posto piu' adatto dove esporre le Vulcan....)
Il funzionamento è abbastanza semplice e ricalca fedelmente quello dell’arma reale: ci sono 6 canne (dotata ognuna di proprio cameratore, cilindro, molla e spingipallino) che ruotano in senso antiorario e, a turno, quella che si viene a trovare alle ore 02:00 spara, grazie ad un meccanismo che carica la molla durante la rotazione e rilascia il pistone quando la canna si trova nella posizione di fuoco. Questo circa 6000 volte al minuto.
Nella foto potete osservare il particolare del frontale dall'arma.
Come si alimenta la Vulcan ? Nel caso Toy-Tec l’alimentazione è fornita da una batteria esterna che in origine era di 12V da moto, mentre attualmente è una 12V da auto: questo perchè il l’intero sistema di rotazione e sparo è elettrico ed è fatto funzionare da un motorino elettrico (da avviamento di automobile), dotato della sufficiente coppia per caricare le molle.
Tutta l'arma viene tenuta insieme da un intelligente sistema di assemblaggio (che peraltro ricalca fedelmente quello del modello originale: questi esemplari sono dei veri gioielli di meccanica e tecnica costruttiva !), che permette lo smontaggio per la pulizia e la lubrificazione delle parti, semplicemente tramite la rimozione di alcuni spinotti di acciaio (riconoscibilissimo dalla superficie non brunita, come nell'originale)
Per gli appassionati, invito all'acquisto del cofanetto con 2 DVD della versione speciale di Predator I, in cui c'e' uno speciale sulla Minigun utilizzata nelle riprese, dove si puo' osservare anche smontata.
Nella foto potete osservare il particolare delle molle e dei cilindri di sparo.
Nella foto potete osservare il motorino d'avviamento smontato e il punto in cui viene agganciato sull'arma.
La Vulcan viene dotata anche di uno scatolotto di metallo che si collega con dei cavi elettrici tra l’arma e la batteria: ho scoperto che contiene un grosso fusibile ed un grosso condensatore per reggere lo spunto di partenza… ovviamente, piu’ e' grossa la batteria, meno se ne ha bisogno. Io utilizzo una batteria da 45 Ah e teoricamente sarebbe inutile.
Nella foto, e' visibile l'interno dello scatolotto.
Anche i cavi di alimentazione sono gia’ di serie maggiorati, visto l’amperaggio che passa: infatti se si protrae l’uso essi diventano bollenti.
Ogni canna ha una sua molla ed un suo spingipallino, ed ogni molla viene caricata durante la rotazione del gruppo di canne fino al massimo e poi liberata quando la canna si trova nella posizione di ore 02:00. Non e’ dotata di hop-up, ma gia’ di serie tira a quasi 40 metri. Sono disponibili anche delle molle potenziate, per aumentare la gittata... ma direi che non e' il caso, visto il volume di fuoco: la possibilita' che un highlander venga "colpito" (in verita' sarebbe meglio dire sommerso, travolto) e non si dichiari direi che e' veramente minima: in quel caso peggio per lui !
Tutti i meccanismi interni sono in metallo ed esiste un sofisticato sistema di caricamento, che camera i pallini prelevandoli con un disco intagliato da una fila che viene predisposta dall'alimentatore..
Nella foto, potete osservare il cameratore dei pallini, che ad uno a uno vengono prelevati da questo sistema a ghigliottine rotanti.
A proposito di pallini, essi vengono prelevati dal caricatore che ne ospita circa 2500 e sfrutta un meccanismo a molla, tipo quello della nuova minimi, per tenerli schiacciati verso l’uscita e evitare rumore di shaker ! In realta’ il rumore e’ l’ultimo dei problemi per l’operatore che usa la vulcan…. come ben hanno potuto constatare i presenti al poligono della FNSA, dove nel tardo pomeriggio del sabato, hanno potuto assistere ad una dimostrazione di "fuoco"... che ha fatto accorrere la maggior parte, se non la totalita' dei presenti alla Festa...
Nella foto, potete osservare i dettagli di costruzione del caricatore (osservate come il piano spingipallini nero scorra nel binario, spinto dalla molla posizionata nel fondo del caricatore).
Nella foto seguente, osservate la parte inferiore del caricatore, la sarcinesca nera che evita l'innavertita fuoriuscita dei pallini quando il caricatore non e' fissato sull'arma; notate anche i due perni cromati che provvedono al fissaggio in sede del caricatore sull'arma. Uno e' in posizione di riposo, l'altro in posizione di fissaggio.
Dal caricatore i pallini vengono prelevati da un meccanismo basato da una vite senza fine che li allinea nel condotto che porta al disco rotante che li camera uno per canna.
Nella foto osservate la sede predisposta per il caricatore
Nella foto, e' possibile osservare la Vulcan smontata, con visibili i punti di aggancio del motore e dell'alimentatore dei pallini.
C’e’ una precisazione da fare sui pallini: e’ necessario sceglierli con cura, visto il volume di fuoco che viene prodotto… non tanto per il peso, che potrebbe anche essere 0,30 ma per la consistenza del pallino: devono essere durissimi, al punto che se prendete un pallino e cercate di schiacciarlo con una pinza, questo non si deve deformare. Io ho fatto varie prove con pallini marui, sekito e roba del genere, anche costosa… ma alla fine per ora ho trovato i traccianti marui (che sono durissimi, ma costosissimi) e dei pallini in ABS gialli che sono sufficientemente duri ma da controllare perche’ nei sacchetti si trovano molti scarti che possono intasare il meccanismo di alimentazione (ma non le canne !). L’ottimale sarebbe trovare pallini in ABS da 0.25, e penso di farli fare.
A parte i pallini frantumati, vi allego due foto di quello che succede ai pallini non adatti....
Le due Vulcan si impugnano tramite il maniglione superiore e il joystick, anche se la posizione di sparo a braccia distese e’ tendenzialmente troppo bassa e tenere l’arma piu’ in alto e’ un’operazione faticosa.
Infatti nel film Predator, il maestro d'armi aveva fatto modificare la minigun fissando sotto all'affusto un impugnatura che permettesse a Jessie di "imbracciarla" meglio... beh, lui e' un ex-seal alto 1,95 e pesa 110Kg di muscoli... nell'intervista dello speciale, afferma che la prima volta che dovevano riprendere una scena in cui lui avrebbe dovuto far fuoco con la Vulcan, al momento dell' "Azione" lui ha iniziato a sparare e la gente e' rimasta a mascella spalancata, senza girare niente.... Jessie era visibilmente fiero di aver sparato per primo con una minigun... (anche se diceva che nascoste dall'inquadratura c'erano una montagna di batterie da camion per alimentare il motore elettrico dell'arma ! (e quindi non sono il solo a camallarmele....)
Nella foto particolare del maniglione.
Nella foto, il particolare del Joystick con il doppio grilletto... (all'interno ci sono due microswitch collegati in serie, per cui solo la pressione contemporanea permette di sparare... purtroppo non si puo' realizzare la scena di predator in cui, finite le munizioni, le canne continuano a girare producendo comunque un temibile suono... cosa che sarebbe veramente una figata nel sottobosco, per terrorizzare gli avversari....)
L'apertura delle danze (o meglio del fuoco) viene realizzata premendo contemporaneamente il grilletto ed il pulsante superiore del "joystick" (mai traduzione letterale fu piu' azzeccata....): le canne iniziano a girare e i pallini vengono spinti dalla molla nel caricatore dentro il circuito a vite senza fine dell'alimentatore, che predispone un flusso di pallini in fila indiana, verso il meccanismo di prelevamento e cameratura nella camera di sparo.... a questo punto viene emesso un flusso ininterrotto di pallini che tracciano una riga diritta e che sono in grado di tagliare a meta' una bomboletta di gas da pistole, alla distanza di 6 metri.
Per quanto riguarda l'uso in gioco.... non c'e' particolare differenza tra le due versioni... richiede una notevole resistenza fisica, ed un corretto equilibrio dei pesi, per non risultare esageratamente faticoso nel brandeggio e nel trasporto. (il peso operativo si aggira sui 25-28 Kg.)
Ho avuto modo di sapere che i Marines hanno costruito un’imbragatura tipo quelle delle steady-cam per ripartire il peso sulle spalle… io ho solo una specie di impalcatura di metallo, che pero’ non mi convince, ed ho fatto esperimenti con degli spallacci del sistema ALICE..
Se riesco a trovare un’imbragatura per steady-cam, provero’ ad adattarla.
I giapponesi, ai tempi, avevano costruito anche un affusto specifico per quest’arma, che permetteva il brandeggio da postazione fissa… ma volevano quasi la stessa cifra della Vulcan !! (quindi non so chi glielo abbia comprato)
Uno dei prossimi progetti e’ costruire uno zaino che contenga batteria e serbatoio per pallini, con un sistema di caricamento elettrico… tipo quello che si vede in Predator…
Spero di essere stato esauriente con le foto e le descrizioni.... fatemi pervenire i vostri commenti a mailto:daniele_cereghino@hotmail.com